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giovedì 17 febbraio 2011

I Guardoni della Rivoluzione

(In Iran i Guardiani della Rivoluzione vigilano sull'adesione della classe politica ai dettami della Shari'a)

Non riuscendo a sconfiggere Berlusconi nell'unico modo degno di una democrazia, cioè costruendo una proposta politica credibile e alternativa, la quale oramai nemmeno gli elettori si aspettano più, l'obbiettivo dei suoi detrattori è diventato (se mai è stato diverso) solo e semplicemente di abbattere il caimano con ogni mezzo lecito ed illecito, poi si vedrà.
E' appena il caso di puntualizzare che, delle nuove accuse rivoltegli dalla magistratura, non tanto i suoi sostenitori quanto semplicemente tutte le persone equilibrate, sanno di non poterne discutere il merito, in quanto i processi non si fanno nè sui giornali nè nelle piazze, come vorrebbe qualcuno.
Viceversa l'atteggiamento degli antiberlusconiani professionisti è quello di sempre: lo ritengono colpevole a prescindere, considerano le accuse come colpe, ne hanno già celebrato il processo, emessa la sentenza definitiva di terzo grado, e aspettano solo che sia eseguita la condanna.
Il processo vero e proprio è solo una fastidiosa formalità, utile in quanto strumento di gogna, e che non potrà che certificare le responsabilità dell'imputato, colpevole per definizione.
Ma il piatto forte del caso Ruby, consiste nella forca mediatica a cui si vuole impiccare Berlusconi; una gogna capace di suscitare la mobilitazione di un elettorato deluso, e ottenere ripercussioni sulla stampa internazionale in modo da rendere il Capo del Governo impresentabile, indipendentemente dalla verità delle accuse.
Al punto da poter ritenere che il vero scopo delle indagini, fosse non già la repressione di un reato, ma la diffusione a mezzo stampa delle intercettazioni.
Infatti lo strumento di questa nuova offensiva contro il Premier è proprio la pubblicazione illecita sulla stampa "libera" (di fare quel che gli pare) di materiale coperto da segreto istruttorio, peraltro frutto di discutibli sistemi di intercettazioni a strascico, ottenuto col dispiego di uomini e mezzi che manco per un boss superlatitante della mafia, e ritenuto però valido per indagare su colpe solo presunte di Berlusconi.
Megafono della delegittimazione il solito circuito mediatico specializzato nell'imbastire sui giornali e nelle televisoni processi sommari, in cui ci si esercita in morbosi teoremi colpevolisti e ricostruzioni fantasiose, privi del rispetto di qualunque codice deontologico, di qualunque senso della misura, e privi perfino di buon gusto.
Ma il metodo della distruzione personale dell'avversario è sempre stato il "trattamento Repubblica" e successivamente dei suoi emuli anche televisivi, che ha degradato il dibattito politico, e che ha diseducato legioni di lettori, che ogni giorno ne sfogliano le pagine per abbeverarsi non ad un qualche tipo di "informazione" ma all'ingiuria e al dileggio quotidiani.
Ne ha buon gioco sporco un'opposizione indegna, che invece di pensare a proteggere le istituzioni, non sa far altro che invocare le dimissioni di chi le elezioni le ha vinte, per potervi subentrare senza meriti propri.
Mi sembra difficile dare torto al Premier, quando denuncia questi come metodi degni della Stasi.
Ciliegina sulla torta, i Guardoni della Rivoluzione gridano la loro indignazione, e rivendicano la loro superiorità morale, additando al pubblico ludibrio la persona oggetto della loro avversione, per comportamenti privati emersi spiando dal buco della serratura, ed origliando telefonate riservate.
Poco importa se il tutto avviene in spregio alle più elementari regole di convivenza civile.
Poco importa se trattasi di teoremi totalmente infondati.
Poco importa se questo può arrecare un danno di immagine all'Italia.
Berlusconi ha tenuto un comportamento censurabile? Da alcune intercettazioni sembrerebbe di sì.
Ma chi per questo ne chiede le dimissioni reputandosi migliore, lo è veramente?
Chi si compiace del materiale dato da certi media in pasto alla morbosità dell'opinione pubblica, non ignora forse il rispetto dell'integrità dell'individuo?
Chi si gode lo spettacolo dei processi sommari, non manifesta forse una pericolosa predisposizione al populismo?
Chi conta che la magistratura faccia da supplenza alle carenze delle opposizioni, non si mette forse fuori dalla democrazia?
Chi spera nelle mobilitazioni di piazza per rovesciare un governo, non nega forse la legittimità del voto espresso da altri a quel governo?
Chi si affida al "tanto peggio, tanto meglio", non danneggia forse il proprio paese?
Chi vuole destabilizzare una maggioranza con metodi extraparlamentari, vuole forse portarci agli scontri di piazza?
Sicuri che siano questi l'Italia migliore?

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